venerdì 26 luglio 2013
OSPEDALE S. ANNA DI TORINO, OMISSIONE DI ANESTETICO ADEGUATO
"Ho vissuto questa esperienza sulla mia pelle, tre anni fa. Sono andata all'ospedale S. Anna di Torino,ero seguita dal dottor Viale (il mio medico mi diede il suo numero) che è una persona fantastica in grado di aiutare ogni donna in questo tipo di difficoltà in modo davvero umano.
Durante la morfologica il medico ha scoperto che il mio secondogenito era affetto da una forma molto grave di oloprosencefalia e all'eco di secondo livello mi hanno confermato che per lui non c'era possibilità di arrivare alla fine della gravidanza vivo. Che sarebbe stato un vero miracolo se fosse nato vivo e che comunque non sarebbe sopravvissuto vista la gravità delle malformazioni. Ero molto avanti con la gravidanza e mi han dato 24 ore per avviare le pratiche per l'interruzione, altrimenti sarei dovuta andare all'estero. Il mio calvario con i medici obiettori è iniziato proprio durante l'eco di secondo livello, un medico che mi ripeteva che non c'era compatibilità con la vita ma che mi consigliava di non interrompere la gravidanza nel loro ospedale in quanto, parole sue "abbiamo la migliore equipe per la rianimazione, se nascesse vivo non possiamo tappargli il nasino, NOI non commettiamo omicidi. Lei però può sempre partorire e ABBANDONARLO in ospedale firmando delle carte... deve seguire cosa le dice la sua coscienza ma si ricordi che porta una vita dentro di se" e alla mia domanda se ci fosse anche solo una possibilità che potesse farcela "assolutamente no, ma decida lei seguendo quella che è la sua morale". Così ho scoperto che il bimbo che aspettavo sarebbe morto, in ogni caso. Con queste parole e con questa "umanità". Abbiamo scelto di non proseguire la gravidanza. Ho chiamato il ginecologo che mi seguiva, che mi ha sempre seguita e lui mi ha raccomandato di fermarmi dov'ero, mi ha detto che lui non poteva farmi abortire perché era un medico obiettore ma che non mi avrebbe abbandonata perché sapeva che avevo poco tempo... mi ha dato il numero di un medico dicendomi che lui mi avrebbe aiutata. Così è stato: ho incontrato subito il medico e abbiamo avviato le pratiche. Il giorno dopo mi hanno ricoverata ed è cominciato tutto. Mi han dato la RU486 per ammorbidire il collo dell'utero, poi sono partiti con le candelette. Durante il giorno sono stata seguita molto, anche dalla psicologa che passava spesso a parlarmi, a tenermi la mano e a consolarmi. Poi è cominciato il dramma. Durante il travaglio, di notte, l'anestesista di turno si è rifiutato di mettermi il catetere epidurale (che era stato predisposto da un altro anestesista durante la giornata), mi ha fatto mettere un flebo di oppiacei dall'ostetrica dicendo che era la stessa cosa, che era meno invasivo, che mi avrebbe tolto il dolore ugualmente e che comunque non poteva mettermelo perché aveva troppo da fare con le donne che stavano per partorire. Ho intuito che c'era qualcosa di strano dal comportamento dell'ostetrica, da alcuni suoi commenti (non ricordo le parole esatte) e ho avuto conferma che si è trattato di omissione al mattino, all'arrivo dei medici che mi han trovata in uno stato tremendo e si sono subito mobilitati, li vedevo molto agitati ma io non avevo più la forza per fare nulla, non riuscivo nemmeno a parlare... in seguito il mio medico ha preteso spiegazioni e poi è venuto a giustificare l'accaduto dicendomi che l'anestesista temeva che non assecondassi le contrazioni avendo avuto in precedenza un parto cesareo, che la spiegazione ufficiale era quella e che gli dispiaceva molto per l'accaduto. Ho partorito il mio bimbo, morto, dopo quasi 16 ore di duro travaglio del corpo e dell'anima. Sono entrata in questo gruppo tempo fa ma faccio molta fatica a parlare di quello che ho vissuto, ci riesco solo ora dopo 3 anni, durante i quali mi sono completamente annientata, mi sono arrabbiata, ho pianto tutte le mie lacrime e alla fine mi sono perdonata, sono tornata a sorridere e a Vivere. Mi è rimasta però tanta rabbia verso chi non capisce (o finge di non capire) che l'aborto non è mai una scelta facile e che abbiamo il diritto di essere trattate con dignità e seguite con scrupolo. Questa è la mia esperienza e leggendo le vostre mi vengono i brividi... sono vicina ad ognuna di voi e vi stringo fortissimo."
Testimonianza pervenutami da facebook.
giovedì 11 luglio 2013
IMPORTANTI NOVITA' AL CENTRO IVG DEL II POLICLINICO DI NAPOLI
Le utenti del reparto di IVG del II Policlinico di Napoli denunciano sempre più numerose una pratica di prenotazione delle visite che le costringe a presentarsi all’ospedale in orari impossibili, le 5 del mattino o anche prima: sono, infatti, le prime quatto in ordine di arrivo a sottoporsi alla visita necessaria per l’intervento.
In un incontro proficuo tra la direzione generale del Policlinico l’UDI e il Comitato 194, hanno concordato un correttivo che sarà attivato nei prossimi giorni: una linea dedicata alle prenotazioni telefoniche in orari d’ufficio.
Nel corso dell’incontro si è affrontato anche l’annoso problema dell’aborto terapeutico. I tempi e le peculiarità di questo tipo d’interruzione di gravidanza attualmente costringono le pazienti a cambiamenti di reparto che le mettono a contatto con partorienti, ovvie le conseguenze traumatiche di questa evenienza, e con personale di turno eventualmente obiettore e, nel caso, non estraneo ad atteggiamenti vessatori. I drammi umani derivanti da questo tipo di evenienze possono essere ed evitati con buone pratiche. Si è concordato per questo che nelle ore notturne presso il reparto dovrà esserci un’ostetrica a vigilare sul travaglio delle utenti presso il reparto di IVG, evitando così lo spostamento traumatico nel reparto di maternità.
Stefania Cantatore (UDI) e Simona Ricciardelli (comitato 194)
venerdì 28 giugno 2013
LE RAGIONI CHE INDUCONO AD ABORTIRE, ED I MEDICI CHE NON LE COMPRENDONO
"Ciao Laura, la mia storia che ti chiedo però che resti anonima la voglio condividere per un dovere morale che ho nei confronti di ogni donna.
Partiamo dal presupposto che io credo in un motto unico, valido a mio avviso sia per l'aborto che per l'eutanasia, oltre che per quanto riguarda il diritto alla scelta terapeutica ed è:
NESSUN GOVERNO, NESSUN DIO, SUL MIO CORPO DECIDO IO!
Ad ogni modo, all'età di 23 anni sono rimasta incinta per la prima volta, non era cercata, ma è stata benvenuta. Mia figlia oggi ha 14 anni ed è meravigliosa, non vi è stato momento in cui io mi sia pentita di averla tenuta, anche se non sono riuscita a finire l'università ed ho dovuto rinunciare alla carriera.
Come del resto non vi è stato momento in cui io mi sia pentita di aver interrotto le gravidanze successive.
Più di una, tre per la precisione. Una per una pseudo-violenza, dico pseudo, perché in Italia provare a spiegare che il proprio marito ha abusato di noi, con l'intenzione di metterci incinte un'altra volta perché vogliamo separarci, approfittando del fatto che nella stanza accanto dormiva la bambina, è assai difficile. Anzi sappiamo bene che non è neanche il caso di dirlo agli organi "incompetenti"... Due volte per via nell'inaffidabilità dei metodi concezionali, che non sempre funzionano.
La prima volta mi sono rivolta alla clinica ginecologica della mia città e dopo essere stata trattata come una criminale ed essermi sentita dire che dovevo SUBIRE una valutazione psicologica per valutare l'eventualità che potessi cambiare idea o che non fossi convinta fino in fondo o che non fossi in grado di "reggere" un trauma del genere... Oltre tutto, mi si chiedeva di aspettare almeno 4 settimane, mentre io volevo interrompere la gravidanza prima e prima che l'embrione si sviluppasse, magari anche senza essere scucchiaiata! Beh chiaramente sono dovuta andare in Francia, dove ho risolto la questione in due ore e qualche centinaio di euro per avere la RU486, da portarmi a casa e usare da sola!
Per fortuna un medico che da sempre si batte per questi diritti mi aiutò un minimo, chiedendomi di collaborare con lui perché stava sperimentando in modo "alternativo" la RU per cercare di far partire la sperimentazione ufficiale.
La seconda volta, mi ero già separata, in piena lotta giudiziaria e per quanto stessi meglio e la situazione ambientale fosse nettamente migliorata, quella economica invece era un disastro. Così tentai di andare a Pisa, dove nel frattempo era partita la sperimentazione supportata dal ssn.
Fui trattata ancor peggio che qui a Torino, anche perché non era la prima volta ed il fatto che io non potessi proprio permettermi di tenerlo sembrava che fosse una scusa. Come se avessi potuto trovare il modo di trovare i soldi per strada per sfamare me, la mia bambina, quello in viaggio e gli avvocati, quando lavoravo in nero come cameriera facendo extra. Lavori ti pagano, stai a casa? Ciccia! Non avendo modo di fermarmi in città per motivi economici, mi venne consegnata e me ne tornai a casa da sola, una amica mi tenne la bambina un paio di giorni... Il resto lo puoi immaginare.
La terza vota, ero disperata, sapevo di non avere l'aiuto di nessuno se non di quell'amica e anche se stavo prendendo la pillola, che ero finalmente riuscita a farmi prescrivere perché precedentemente più di un ginecologo mi aveva rifiutato la prescrizione per via di problemi al seno, c'ero rimasta... Oltretutto al di là della situazione relazionale ed economica instabile, non me la sentivo di mettere al mondo una creatura sotto l'effetto di ormoni che avrebbero potuto comprometterne un sano sviluppo.
Mia figlia stava crescendo e speravo nel giro di qualche anno di potermi impegnare di più nel lavoro ( come poi è stato).
La soluzione era una sola, procuransi delle pastiglie per la gastrite ... Così feci, sperando che andasse tutto bene...
Da sola, in casa, con delle pasticche di contrabbando!
Era il 2007, sono ancora qui a raccontarlo...
In fondo è stato l'aborto migliore, in fondo non è stato più pericoloso degli altri e almeno non ho dovuto subire il giudizio morale di nessuno, se non il mio, che oggi come oggi mi conferma che ho fatto la cosa giusta, perché era quello che sentivo di fare e perché sono riuscita a prendermi cura della mia bambina senza farle mancare il necessario.
Non me ne pentirò mai, mentre mi sono pentita più di una volta di non essere stata capace di scegliere con altrettanta fermezza di liberarmi rapidamente di "esseri" che credono di essere uomini, ma lo sono solo con le parti basse.
Ma tutto questo mi rattrista, perché le mie nonne, mia madre e mia zia hanno lottato molto perché ci venisse riconosciuto il diritto di IVG che abbiamo ottenuto quando io avevo tre anni, eppure vent'anni dopo ed a tutt'oggi nulla è cambiato.
Anzi..."
venerdì 7 giugno 2013
LETTERA APERTA DI GABRIELLA PACINI AL SENATORE GIAN LUIGI GIGLI
Gabriella Pacini 7 giugno 20.52.19
"Gentile senatore Gian Luigi Gigli.
Ho sentito ieri il suo intervento all'evento della Consulta di Bioetica "Il buon medico non obietta"
E' stato un intervento,rispetto ad altri che ho ascoltato durante la giornata,molto pacato e tranquillo ,da parte di chi non è ostile ai medici non obiettori ma al contrario auspica una migliore comprensione e collaborazione e chiede solo rispetto e tolleranza,verso chi,come i medici obiettori ,vogliono poter liberamente seguire la propria coscienza.Nel suo intervento senatore Gigli lei quasi si sorprendeva un po' delle nostre preoccupazioni riguardo l'applicazione della legge 194 e ha ribadito che la legge veniva regolarmente rispettata in Italia e che non vi erano sostanzialmente difficoltà di sorta per le donne che sceglievano di interrompere la gravidanza.Ha portato dei dati che dimostravano che le richieste delle donne venivano regolarmente accolte dagli ospedali e che la proposta di abrogare l' articolo 9 della legge 194/78 ,cioè di togliere la possibilità ai medici che sceglievano di lavorare in una struttura pubblica di fare obiezione di coscienza,era faziosa e non necessaria ma al contrario rappresentava un accanimento non rispettoso della libertà.
La sua voce era calda e accogliente,il suo sorriso molto rassicurante, ma per me è stato ugualmente doloroso sentirle fare quelle affermazioni....mi sono chiesta quanto lei fosse veramente convinto e in buona fede o al contrario poco onesto con se stesso e con noi che la stavamo ad ascoltare.
Lo sa senatore che in alcune città d'Italia i tempi di attesa per una interruzione durante le feste o d'estate possono arrivare facilemente a 5 settimane? Che alcuni servizi di 194 chiudono per mancanza di personale (di personale non obiettore,gli obiettori ci sono eccome) e che le donne devono andare in pellegrinaggio e allontanarsi anche per centinaia di kilometri, per trovare un ospedale disponibile ad accoglierle nei tempi stabiliti dalla legge?
Questo forse nei dati non l'ha trovato..
Lo sa che molte donne sono costrette ad andare all'estero,a pagamento?anche queste donne non troverà nei sui dati...
Lo sa che nel Lazio,tanto per fare un esempio vicino a noi, è possibile fare un aborto terapeutico solo in 2 province su 5?
E che anche in quelle 2 provincie ai tratta di un percorso difficile,umiliante,sostenuto solo da pochissimi medici non obiettori che si danno il cambio in staffette di 12 ore per tutta la durata dell'induzione all'aborto che può durare anche 48-56h ?
E lo sa che sempre nel Lazio sono solo 3 gli ospedali nei quali è possibile scegliere tra aborto chirurgico e aborto farmacologico e questo perché il Comitato Nazionale di Bioetica ,più volte da lei citato, ha di fatto obbligato le regioni al ricovero di 3 giorni per l' RU 486?
E lo sa che siamo l' unico paese al mondo ad obbligare le donne per il ricovero per prendere il farmaco? Questo dovrebbe saperlo, forse lo sapeva ma l'ha omesso...
Lo sa che siamo così fragili che nella maggior parte degli ospedali è presente UN solo medico non obiettore e che quando l'anno scorso al Policlinico di Napoli improvissamente il dott. Leone è morto hanno dovuto sospendere il servizio per settimane e settimane?
Lo sa che il venerdì a mezzogiorno chiudono tutti i consultori familiari e che l' unico posto dove poter richiedere la contraccezione d'emergenza è il pronto soccorso e anche lì molto spesso il medico è obiettore? Si questo lo sa, ha citato anche lei le statistiche del ministero della sanità che parla dell'80 % di obiettori circa in Italia....
Io queste cose le so senatore,le so perché sono ostetrica, parlo con le donne e da 11 anni tutti i giorni rispondo al telefono dell'associazione Vitadidonna e ascolto le loro storie.Donne che inizialmente sono incredule, poi arrabbiate,alla fine disperate.E cerchiamo di aiutarle,facciamo appelli alla nostra rete di medici su internet per trovare un ospedale disponibile ,dove l'attesa non sia di 4 settimane o dove possano ricevere l'RU486 se lo desiderano.E quando non possiamo aiutarle in Italia se hanno intenzione di andare all'estero diamo loro anche indicazione su cliniche in Inghilterra,in Svizzera,in Spagna.....una volta mi sono anche sentita dire che questo mio sostegno era istigazione all'aborto,cosa avrei dovuto fare...voltare loro le spalle?
Per questo motivo per me era difficile sentirLe dire che no, che non c'è un vero problema,che il problema lo vedevamo noi e che i medici obiettori volevano solo un po' di rispetto e che lei vuole soltanto essere d'aiuto ad una categoria che in questo momento è in difficoltà.....
Senatore non me ne voglia,ma forse il fatto che lei sia maschio e medico le rende più difficile empatizzare con delle donne.Perchè le assicuro,sono loro la categoria in difficoltà..."
Gabriella Pacini
ass. Vita di Donna
lunedì 27 maggio 2013
UN PO' DI UMANITA' DA PARTE DI OBIETTORI
"Ho trovato questo blog nei giorni più brutti della mia vita, cioè quando cercavo spiegazioni, cercavo informazioni, cercavo documenti scientifici, cercavo testimonianze… cercavo un perché fosse successo questo a me.. e dovevo prendere questa terribile decisione.. e avevo meno di una settimana per prenderla.. una grave malformazione incompatibile con la vita che era legata a non si sa quale altro problema e sindrome, era stata diagnosticata al mio bimbo durante la visita morfologica alla 20+5 settimana di gravidanza, ed è stata anche riscontrata in una ulteriore visita d’urgenza da una specialista fatta il giorno successivo.. ho fatto l’amniocentesi d’urgenza.. e qualche giorno dopo la genetista ci ha spiegato tutti i problemi che avrebbe potuto avere questo bambino.. (quindi innanzitutto consiglio a tutte di fare la morfologica NON oltre la 20settimana, e da un ESPERTO in materia perché tante volte alcune malformazioni possono sfuggire, e se si riscontrano problemi fare amniocentesi d’urgenza con ricerca dei fish per avere una risposta immediata dopo 3 giorni, dato che per l’amniocentesi ce ne vogliono 15, anche se purtroppo l’amniocentesi non da un risultato su tutte le malformazioni che potrebbero esserci ma solo su alcune, chiedere al genetista per ulteriori info, vi darà tantissime spiegazioni).. inoltre probabilmente nelle prime settimane di gravidanza avevo contratto un virus comune dei bambini che mi avevano detto essere innocuo, invece è molto pericoloso in gravidanza poiché nelle prime settimane porta gravi malformazioni al feto mentre più avanti può portare anche all’aborto, ma non avendo fatto un esame del sangue al momento della probabile infezione non saprò mai se lo avevo contratto.. questo potrebbe essere la causa delle malformazioni riscontrate.. (quindi altro consiglio, se avete bambini piccoli e questi si ammalano, accertarsi dal proprio ginecologo, e magari anche da altri visto che il mio non lo sapeva, se quel particolare virus è pericoloso o meno per la gravidanza.. e se lo è richiedere un esame del sangue specifico per vedere se è stato contratto il virus..)..
Così una volta presa la decisione, il ginecologo che mi ha fatto la morfologica, bravissimo perché si è accorto dei problemi e mi ha fatto fare tutte le visite d’urgenza, essendo obiettore di coscienza mi ha mandato da una dottoressa che invece non lo è, la quale è stata gentilissima, ci ha accolti subito, ci ha spiegato il funzionamento e ci ha detto cosa fare.. così, fatta la visita dalla psichiatra (perché dopo la 12 settimana ci vuole il certificato dello psichiatra) e gli esami del sangue e elettrocardiogramma mi hanno dato l’appuntamento per presentarmi in reparto una mattina alle 8..
quei giorni dell’attesa sono stati strani, dolorosi, preoccupanti.. la mia pancia era ancora lì, ma era come se già non ci fosse più.. ogni tanto sentivo qualche calcio e questo per me era straziante..la notte non riuscivo a dormire.. io non avrei mai pensato in vita mia di arrivare ad una cosa del genere, non avrei mai pensato di dover compiere questo gesto.. non avrei mai pensato che sarebbe toccato a me… è facile giudicare gli altri e guardare da fuori.. ho sempre stimato quei genitori coraggiosi e pieni di amore che crescono bambini con difficoltà.. ma io ce l’avrei fatta? E loro se lo sono trovati o hanno dovuto scegliere? quando ci si trova in queste situazioni tutto è diverso dal vederlo da fuori.. qualcuno mi ha messo davanti una scelta, la più dura della mia vita.. avrei preferito forse morire che fare questa scelta, ma non sarebbe stato giusto per la mia famiglia, per il mio bimbo 3enne.. e così ho pensato a questo esserino che portavo dentro di me, si meritava di morire alla nascita oppure durante le operazioni oppure di avere una vita difficile sempre da un ospedale a un altro, in chissà quale stato fisico e mentale? Perché poi le cose non le sai fino a che non ce lo hai davanti.. e poi ho pensato all’altro mio bambino.. si meritava di passare tutto questo? Di venire trascurato e crescere un’infanzia difficile con genitori assenti perché devono pensare al fratellino malato? E quando io sarei stata vecchia e non ci sarei stata più chi avrebbe pensato a questa persona bisognosa di cure, ammesso che ci fosse arrivata? Non potevo sopportare tutto questo.. non ce l’avrei fatta… così ho dovuto scegliere di interrompere la gravidanza, con tantissimo dispiacere, con tutti i sensi di colpa, con un vuoto dentro, spezzando il mio cuore, segnandomi per sempre.. di certo non l’ho fatto perché non volevo un bambino, io lo volevo eccome, ho dovuto farlo per evitare di dargli una vita di sofferenze, dolori, cure, e anche la morte.. Se uno non volesse trovarsi a fare questa scelta allora non dovrebbe fare nessun esame no?
Quella mattina alle 8 sono arrivata in reparto, digiuna.. mi hanno dato una stanza solo per me e mio marito: “almeno questo te lo dobbiamo” mi disse la dottoressa.. alle 9 è arrivata lei e mi ha messo la prima candeletta, poi mi ha spiegato che nella giornata me ne avrebbe messe massimo 5, una ogni 3 ore, e sarebbe venuta lei a mettere le prime 3 poi però cambiava di turno e le altre me le avrebbe messe un’ostetrica.. mi disse che dato che avevo già partorito, non avrei sofferto molto e nella notte lo avrei fatto.. lì, in quel letto.. e mi disse di non guardare, e che quando sentivo del liquido scendere dovevo suonare il campanello.. inoltre mi disse che quando sentivo dolore avrei dovuto chiedere la morfina… così dopo circa un’ora e mezzo, ho sentito una forte fitta alla schiena, come una pugnalata, e dei dolori forti, alla schiena, al che ho suonato il campanello perché impazzivo e tremavo di paura come una foglia, non riuscivo a fermarmi, l’ostetrica mi ha visitato subito, con la mano, ho sentito dolore, (e da lì in poi non ricordo nemmeno quante persone mi hanno visitato in quel modo..mentre io stringevo le gambe e loro mi dicevano di aprirle..una sensazione orrenda.. quasi come una violenza.. anche se lo so che l'unico modo è quello, perchè da lì deve uscire..)e poi ha chiamato una dottoressa per farmi una puntura di morfina nel sedere.. dopo sono stata meglio.. alle 12 un’altra candeletta inserita in profondità, spostando anche la pancia.. dovevo stare sdraiata e non potevo alzarmi, perché altrimenti la candeletta non funzionava.. dovevo fare pipì nella padella ma non mi riusciva, alla fine per fortuna però ce l’ho fatta.. mi hanno messo una flebo perché ero debole, digiuna e senza bere.. un'ostetrica mi ha detto che potevo mangiare un pochino ma in realtà ho scoperto dopo (sentendo l’anestesista) che non potevo mangiare nulla, ma tanto poi ho vomitato tutto.. alle 15 un’altra candeletta ma non avevo più avuto dolori.. quando verso le 5, non ricordo bene l'ora precisa, sono iniziati i dolori, all’inizio erano come quelli mestruali, fissi senza tregua, sentivo l’utero contratto, duro come una pietra, poi improvvisamente sono arrivati dolori forti, all’utero, la pancia, là sotto, tutto.. mi sono attaccata al campanello dalla disperazione, mio marito mi guardava senza sapere cosa fare, era bianco e preoccupato, l’ostetrica mi ha visitato dicendo che ero pronta, mi è stata fatta un’altra puntura di morfina nel sedere, non riuscivo nemmeno a girarmi su un fianco dal dolore.. poi è arrivato anche un dottore e mio marito è stato mandato fuori.. io urlavo dal dolore.. credo che fosse peggio del parto naturale, perché al parto naturale le contrazioni duravano poco e poi smettevo qualche istante, invece qui no, erano fisse, un dolore intenso e fisso, senza tregua, niente, avevo la gola secca tanto che urlavo, mi dicevano che invece di urlare dovevo spingere, ma io non riuscivo nemmeno ad allargare le gambe, figuriamoci a concentrarmi e spingere, e poi il sacco non era ancora rotto.. credo che me l’abbiano rotto loro perché ho sentito l’ostetrica che diceva di prendere il bisturi.. e a un certo punto ho sentito come un esplosione di acqua calda.. si erano rotte le acque.. finalmente stavo un pochino meglio.. a questo punto però dovevano farlo uscire ma non ci riuscivano perché era messo male e io continuavo a tremare come una foglia.. così mi hanno messo su un altro lettino barella, dove ci sono dovuta salire con le mie forze, non so come ho fatto, e mi hanno portato in sala operatoria, e mi hanno spostato su un’altra barella dove ho atteso un po’.. a questo punto il dolore intenso di prima era passato, sentivo solo premere là in basso.. ero sfinita.. hanno chiamato il ginecologo di turno che mi ha visitata ma essendo obiettore di coscienza diceva di cercare la dottoressa che mi seguiva, che però non c’era perché credo fosse finito il suo turno, così mi ha seguito lui lo stesso, con accanto un equipe di bravissime persone tra cui un altro dottore più giovane, l’anestetista e le ostetriche.. devo ammetterlo è stato bravo che mi ha seguito lo stesso, ha fatto il suo lavoro di dottore.. l’ostetrica mi ha sempre tenuto la mano perché glielo avevo chiesto io.. a questo punto mi hanno messo sul lettino della sala operatoria, da parto, ho messo le gambe sui reggi gambe e l’anestetista mi ha fatto l’anestesia locale credo e qualcosa anche nella flebo, non lo so perché a quel punto non capivo più niente, mi hanno messo un lenzuolo davanti con aria calda, e non mi ricordo quasi nulla, tenevo gli occhi chiusi, avevo paura, hanno tolto il feto e mi hanno fatto il raschiamento.. poi mi hanno pulita e lavata.. e mi hanno riportata in camera.. dove c’era mio marito ad attendermi sempre più bianco e preoccupato…
E così avevo partorito, ma non potevo stringere tra le mie braccia nessun bambino.. non potevo annusarlo, non potevo guardare i suoi occhi, non potevo attaccarlo al seno.. ero sola col mio dolore e con mio marito che mi teneva per mano.. chi non ci è passato non può capire questo dolore.. e non lo auguro nemmeno al peggior nemico, nemmeno al peggior mostro.. a nessuno.. è una cosa che non dovrebbe provare nessuno..
Poi diversi dottori ci hanno chiesto se volevamo fare l’autopsia al feto..ecco un’altra scelta.. all’inizio non volevo, mi dispiaceva disturbarlo e volevo lasciarlo in pace.. però mi hanno spiegato che “se c’era da tirar fuori qualcosa di buono da questa brutta vicenda era poter scoprire se aveva qualche cosa a livello genetico”.. che mi serviva a me per una futura gravidanza.. e così ho accettato..
La mattina dopo poi arriva l’ostetrica che mi dice che ha chiamato l’obitorio e vogliono sapere se possono pensarci loro alla sepoltura o se me ne voglio incaricare io… di nuovo un’altra scelta… ecco a questa domanda proprio non ero preaparata.. un nuovo immenso dolore è apparso nei nostri occhi spenti.. mi sono fatta spiegare come funziona e il signore dell’obitorio mi ha detto che di solito se ne occupano loro in questi casi e mi ha detto in quale cimitero verrà sepolto..
E così è stato il parto del mio angioletto.. e io mi sono ritrovata in fase post parto, come tutte le altre donne che uscivano da quel reparto, ma senza carrozzina.. mi hanno dato antibiotico e una medicina per l’emorragia.. più due pasticche per evitare che mi venisse il latte..
E mi sono ritrovata a casa senza più la mia pancia... ma con un grande vuoto dentro... per fortuna che ho il mio bimbo grande che con la sua allegria, la sua innocenza e il suo amore ci fa essere più forti.."
Testimonianza accaduta in un ospedale toscano, arrivatami in posta elettronica.
martedì 23 aprile 2013
RASCHIAMENTO FINO ALLA 19ESIMA SETTIMANA IN SPAGNA
LA NOSTRA GRAVIDANZA è COMINCIATA CON GIOIA E SERENITA',NON SAPENDO NEMMENO DELL'ESISTENZA DI MEDICI OBBIETTORI O NON,NON CI SIAMO NEMMENO POSTI IL PROBLEMA NELLA SCELTA,ABBIAMO RITENUTO VALIDISSIMO QUELLO CHE HA SEMPRE SEGUITO MIA SORELLA.TUTTO PROCEDEVA PER IL MEGLIO,SE NON QUANDO,CON LA TRANSLUCENZA NUCALE,FATTA IN 12 SETTIMANA SU SUO CONSIGLIO,SI NOTA UN IGROMA CISTICO IMPORTANTE E CI SPIEGANO CHE DIFFICILMENTE LA GRAVIDANZA POTRà CONTINUARE PERCHè SOLITAMENTE QUESTO "DIFETTO" è INDICE DI MALFORMAZIONI CROMOSOMICHE,CARDIACHE O ALTRO CHE NEMMENO LORO CONOSCONO ANCORA.DOPO QUESTA NOTIZIA CI TROVIAMO NEL PANICO,NON SAPPIAMO COSA FARE,CI DOMANDIAMO INOLTRE SE IL GINECOLOGO AVESSE GIà VISTO IL TUTTO DATO CHE UN ORA PRIMA DELL'ECO DELLA TRANSLUCENZA MI AVEVA FATTO UN ECO DI CONTROLLO IN STUDIO,SENZA ACCENNARE NULLA MA ANCHE SENZA LASCIARCI STRANAMENTE LA FOTO DEL NS PICCOLINO.A QUESTO PUNTO LO CONTATTIAMO,GLI SPIEGHIAMO LA SITUAZIONE E LUI CI CONSIGLIA DI FARE UN COLLOQUIO PRENATALE CON L'OSTETRICA DEL REPARTO E DI FISSARE LA DATA PER LA VILLOCENTESI.IL COLLOQUIO LO ABBIAMO AVUTO DUE GIORNI DOPO (QUINDI 12+ 3) E VISTA LA GRAVITà DELLA SITUAZIONE,DECIDEMMO CHE AVREMMO INTERROTTO LA GRVIDANZA,SENZA ASPETTARE DI ESSER COSTRETTI AD UN PARTO INDOTTO.IL PROBLEMA NAQUE QUANDO TELEFONAI AL MIO CINECOLOGO CHE MI DISSE CHE ERA IMPORTANTE FARE LA VILLOCENTESI PER SAPERE SE LA CAUSA DELL'IGROMA FOSSERO PATOLOGIE CROMOSOMICHE E CHE QUINDI SI SAREBBE INFORMATO LUI PER ASSOCIARE L'INTERVENTO DI VILLOCENTESI + IVG NELLA STESSA MATTINA E CHE CAPIVA IL PROBLEMA,CHE LA NOSTRA SCELTA ERA COMPRENSIBILISSIMA E CHE LOGICAMENTE ERA MEGLIO PER ME FARE UN RASCHIAMENTO PIUTTOSTO CHE UN VERO E PROPRIO PARTO .CI RICHIAMA QUINDI,DICENDOCI DI STARE TRANQUILLI,CHE LA VILLOCENTESI ERA FISSATA PER IL MARTEDì SUCCESSIVO (QUINDI A 13+1) E CHE QUEL GIORNO MI AVREBBERO DATO LA DATA PER L' IVG.PECCATO CHE QUANDO MI SONO PRESENTATA IN REPARTO,LA RESPONSABILE,CHE OLTRETUTTO MI HA EFFETTUATO LA VILLO,MI DICE CHE LA IVG NON SI PUò PIù FARE PERCHè FUORI DAL TEMPO MASSIMO.INUTILE SPIEGARGLI GLI ACCORDI CHE GIà AVEVAMO PRESO CON IL NOSTRO GINECOLOGO "DI FIDUCIA" ETC ETC....LI SCOPRIMMO GRAZIE AD UNA SUA FRASE :"SARà MICA UN OBBIETTORE?????" L'ESISTENZA DI QUESTI MOSTRI.LO CHIAMAMMO,LO INSULTAMMO,LUI SI PROTEGGEVA SOLO DICENDO:"MA COME è POSSIBILE,MI AVEVANO DETTO COSI.."(NB:SUPER PROFESSORONE UNIVERSITARIO,GINECOLOGO PRIVATO E IN CORSIA DEL NS OSPEDALE PIù IMPORTANTE)..CI DISSE CHE CI AVREBBE RICHIAMATO....E AD OGGI,DOPO 3 MESI,NON ABBIAMO PIù AVUTO SUE NOTIZIE...FATTA LA VILLOCENTESI QUINDI,DOVEVAMO ASPETTARE L'ESITO PER EVENTUALMENTE RICORRERE AD UN ABORTO TERAPEUTICO.NEL FRATTEMPO PERò CI INFORMAVAMO SULLE IVG ALL'ESTERO PERCHè TEMEVAMO DI USCIRE DALLA 15 SETTIMANA E QUINDI DI DOVER RICORRERE PER FORZA AD UN PARTO INDOTTO.CI DISSERO CHE I TEMPI DI ATTESA PER I RISULTATI ERANO DI C.A. 15 GIORNI MA CHE CI AVREBBERO MESSO L'URGENZA...IL TEMPO PASSAVA,ED IO E IL MIO COMPAGNO,AMAREGGIATI PER LA SOFFERENZA NOSTRA E QUELLA CHE CI AVEVANO IMPOSTO INGIUSTAMENTE,COMINCIAMMO A VALUTARE L'ESTERO PER UN IVG CON SEMPLICE RASCHIAMENTO.LA NS PAURA INFATTI ERA QUELLA DI NON RISCONTRARE DANNI CROMOSOMICI AL FETO E QUINDI DI INIZIARE AD ESSER RIVOLTATA COME UN CALZINO CON ECO SU ECO PER CERCARE QUELLO CHE PER LORO ERA SUFFICIENTE PER CONCEDERMI UN ABORTO TERAPEUTICO,NON CONSIDERANDO AFFATTO LA MIA E NOSTRA SOFFERENZA ED IL TEMPO CHE CONTINUAVA A TRASCORRERE.AVEVAMO PERSO FIDUCIA IN TUTTI.TRAMITE ANCHE IL VS SITO E VARIE INFO SU INTERNET,DECIDIAMO DI FISSARE L'INTERVENTO A BARCELLONA,NELLA CLIINICA DALMASES.TRAMITE UNA SPAGNOLA CHE PARLA BENISSIMO L'ITALIANO ABBIAMO PRENOTATO TUTTO,E NON CI SONO VOLUTI CHISSà CHE DOCUMENTI O ALTRO..IN SPAGNA UTILIZZANO COME MOTIVAZIONE ALL'ABORTO LA VULNERABILITà DELLA PSICHE FEMMINILE,E FINO ALLA 19 SETTIMANA PRATICANO IL RASCHIAMENTO.AVEVAMO PAURA,SE NON DI PIù,E ODIAVAMO CHI CI AVEVA PORTATO A QUELLO E IL NOSTRO PAESE CHE NEL 2013 PERMETTE ANCORA CHE SUCCEDANO CERTE COSE,DANDO LA POSSIBILITà DI DECIDERE SOLO SE HAI I SOLDI PER SOBBARCARTI DI OGNI COSTO (OPERAZIONE,VOLO,PERNOTTAMENTO) E SE HAI ABBASTANZA LE PALLE PER POTERLO FARE!!ALLA FINE IL GIORNO DOPO L'INTERVENTO IN SPAGNA (BEN 22 GIORNI DOPO LA VILLOCENTESI)MI TELEFONANO DALL'ITALIA DICENDOMI CHE PROBLEMI CROMOSOMICI NON CE N'ERANO E CHE L'INDOMANI MI ASPETTAVANO PER INIZIARE LE ECO CARDIACHE...ALLA FINE IL SESTO SENSO AVEVA AVUTO RAGIONE.L'ESPERIENZA LOGICAMENTE NON è STATA UNA PASSEGGIATA,E OGNI DONNA CHE C'è PASSATA LO SA,PERò OGGI,A DISTANZA DI 60 GIORNI DALL'INTERVENTO,DOPO AVER ACCERTATO DI ESSER RITORNATA IN FORMA,DOPO AVER RITROVATO FIDUCIA GRAZIE AD UNA GINECOLOCA NON OBBIETTORE E RIINIZIARE A PENSARE DI RIPROVARCI,SONO QUI PER DARE LA MIA TESTIMONIANZA E SE FOSSE NECESSARIO AIUTO O INFORMAZIONI A CHIUNQUE NE AVESSE BISOGNO PERCHè SO BENE COSA SIGNIFICA ,ANCHE PER QUESTO LASCIO LA MIA MAIL SENZA NESSUN PROBLEMA.GRAZIE PAOLA.
paola.andreoli@scar.it
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domenica 3 febbraio 2013
RASCHIAMENTO SENZA ANESTESIA ALL'OSPEDALE DI VOLTERRA
"Ciao Laura,
ho trovato il tuo blog oggi, che è un anno esatto dal mio raschiamento senza anestesia.
Avevo già abortito, ma la prima volta volontariamente, perché ero sotto un medicinale altamente teratogeno, methotrexate, per cui....
Quella volta abortii a Orbetello, mi diedero una stanza da sola, e anche all'altra ragazza che faceva l'ivg, e ci hanno tenuto lontano dalle partorienti. Tutto a carico del SSN.
L'anno scorso, di nuovo incinta, vado incontro a un aborto, ma una cosa lieve solo dolori e piccole perdite, il 6 gennaio.
Vado a Volterra, visto che i ginecologi dell'ospedale di Pontedera e del presidio di Ponsacco, a me più vicini, mi avevano trattato male fin dall'inizio della gravidanza, sottovalutando il mio problema, senza un consiglio, senza niente (sono vecchia e malata, era tempo perso) , ma questa è un'altra storia, e insomma, disperata, al CUP di una farmacia, una dottoressa mi ha consigliato Volterra, e qua ho trovato un bravo medico, che mi ha preso con coscienza, mi ha consigliato integratori, riposo etc. e ha voluto tentare.
Il 6 gennaio il mal di schiena, il 7 le perdite, vado in ospedale a Volterra, e trovo un altro medico, il quale mi visita, e con estremo tatto mi dice che è tutto perso, mi indica la camera gestazionale aperta, però mi consiglia di lasciare fare alla natura, come facevano le nonne....
I suoi modi mi convincono, mi da appuntamento da lì a una settimana, a meno che non fossero intervenute emorragie o altri fatti preoccupanti.
Dopo una settimana ritrovo il primo medico il quale si arrabbia per quel consiglio dato, ma mi fissa l'intervento per il 24, non avendo io residui, nulla, e mi da delle medicine, methergin (che il farmacista di Ponsacco, nonostante la ricetta ospedaliera, non voleva darmi, ha voluto che gli dicessi cosa era successo) per indurre l'utero all'espulsione.
Sempre che nel frattempo non succedesse qualcosa di preoccupante.
Il 24 mi visita e mi porta in una camera day hospital, mi danno del valium e si preparano.
Vado nella sala del raschiamento con le mie gambe, il valium mi ha abbastanza fatto, perché non l'ho mai preso, ma ovviamente, appena mi siedo sul lettino, l'adrenalina cancella tutto.
Mi attaccano una flebo, ma solo di methergin, e mi parlano per calmarmi, mi fanno delle iniezioni locali per addormentare la parte vicino la cervice, che a detta loro, era l'unica cosa che poteva farmi male, e iniziano ad allargare.
Doloroso.
Altro che iniezioni.
Poi entra la pompa per l'isterosuzione, tremenda.
Mi sono divincolata, lo speculum è arrivato addosso alla dottoressa.
Su internet trovi addirittura che in USA si fanno fare l'isterosuzione per non avere le mestruazioni, ma il medico, sommesso, mi dice: ma forse una volta sola, 2 volte, non credo.
Con l'ecografia vedono che è ancora rimasto materiale, via, raschiamento.
Non mi avevano legato, sono forte, mi hanno tenuto in 4, senza anestesia.
Visto il condizionamento che avevo ricevuto, -sentirai solo del fastidio-, mi sento di scusarmi con le ostetriche, con lei, la dottoressa, e invece loro si scusano con me.
Mi dicono: lo sappiamo che è brutto. Ci dispiace, ma non possiamo fare diversamente.
Devo dire che il dolore era veramente pesante, la pancia sembra rivoltarsi come un calzino con la pompa, e gli attrezzi che che allargano e raschiano, li senti davvero bene, ma appena hanno finito, io sono saltata giù dal lettino e sono tornata in camera con le mie gambe, non ho sentito mai più altro.
La mia camera gestazionale si era cicatrizzata in cima all'utero, chissà cosa sarebbe stato di me, se fossi nata 50 o 60 anni fa.
Mi hanno dato antibiotici e mi hanno mandata a casa.
Una visita dopo un po' di giorni e via.
Ho avuto le extrasistole per 6 mesi.
La struttura di Volterra è bella, il medico che mi ha seguita è in gamba e le ostetriche erano tutte molto gentili, ma perché non fanno l'anestesia?
A chi è venuto in mente che una cosa del genere si possa fare con qualche goccia di valium?
il peso psicologico di queste cose è tremendo, io, ancora, penso che la seconda volta, mi sia successo, a causa della prima, una punizione, retaggio, certamente, della cultura cristiana che inculcano fin da piccoli, e a cui mi ribello, anche se non avrò mai figli e non insegnerò mai niente a nessuno.
ciao."
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