venerdì 26 luglio 2013

OSPEDALE S. ANNA DI TORINO, OMISSIONE DI ANESTETICO ADEGUATO

"Ho vissuto questa esperienza sulla mia pelle, tre anni fa. Sono andata all'ospedale S. Anna di Torino,ero seguita dal dottor Viale (il mio medico mi diede il suo numero) che è una persona fantastica in grado di aiutare ogni donna in questo tipo di difficoltà in modo davvero umano. Durante la morfologica il medico ha scoperto che il mio secondogenito era affetto da una forma molto grave di oloprosencefalia e all'eco di secondo livello mi hanno confermato che per lui non c'era possibilità di arrivare alla fine della gravidanza vivo. Che sarebbe stato un vero miracolo se fosse nato vivo e che comunque non sarebbe sopravvissuto vista la gravità delle malformazioni. Ero molto avanti con la gravidanza e mi han dato 24 ore per avviare le pratiche per l'interruzione, altrimenti sarei dovuta andare all'estero. Il mio calvario con i medici obiettori è iniziato proprio durante l'eco di secondo livello, un medico che mi ripeteva che non c'era compatibilità con la vita ma che mi consigliava di non interrompere la gravidanza nel loro ospedale in quanto, parole sue "abbiamo la migliore equipe per la rianimazione, se nascesse vivo non possiamo tappargli il nasino, NOI non commettiamo omicidi. Lei però può sempre partorire e ABBANDONARLO in ospedale firmando delle carte... deve seguire cosa le dice la sua coscienza ma si ricordi che porta una vita dentro di se" e alla mia domanda se ci fosse anche solo una possibilità che potesse farcela "assolutamente no, ma decida lei seguendo quella che è la sua morale". Così ho scoperto che il bimbo che aspettavo sarebbe morto, in ogni caso. Con queste parole e con questa "umanità". Abbiamo scelto di non proseguire la gravidanza. Ho chiamato il ginecologo che mi seguiva, che mi ha sempre seguita e lui mi ha raccomandato di fermarmi dov'ero, mi ha detto che lui non poteva farmi abortire perché era un medico obiettore ma che non mi avrebbe abbandonata perché sapeva che avevo poco tempo... mi ha dato il numero di un medico dicendomi che lui mi avrebbe aiutata. Così è stato: ho incontrato subito il medico e abbiamo avviato le pratiche. Il giorno dopo mi hanno ricoverata ed è cominciato tutto. Mi han dato la RU486 per ammorbidire il collo dell'utero, poi sono partiti con le candelette. Durante il giorno sono stata seguita molto, anche dalla psicologa che passava spesso a parlarmi, a tenermi la mano e a consolarmi. Poi è cominciato il dramma. Durante il travaglio, di notte, l'anestesista di turno si è rifiutato di mettermi il catetere epidurale (che era stato predisposto da un altro anestesista durante la giornata), mi ha fatto mettere un flebo di oppiacei dall'ostetrica dicendo che era la stessa cosa, che era meno invasivo, che mi avrebbe tolto il dolore ugualmente e che comunque non poteva mettermelo perché aveva troppo da fare con le donne che stavano per partorire. Ho intuito che c'era qualcosa di strano dal comportamento dell'ostetrica, da alcuni suoi commenti (non ricordo le parole esatte) e ho avuto conferma che si è trattato di omissione al mattino, all'arrivo dei medici che mi han trovata in uno stato tremendo e si sono subito mobilitati, li vedevo molto agitati ma io non avevo più la forza per fare nulla, non riuscivo nemmeno a parlare... in seguito il mio medico ha preteso spiegazioni e poi è venuto a giustificare l'accaduto dicendomi che l'anestesista temeva che non assecondassi le contrazioni avendo avuto in precedenza un parto cesareo, che la spiegazione ufficiale era quella e che gli dispiaceva molto per l'accaduto. Ho partorito il mio bimbo, morto, dopo quasi 16 ore di duro travaglio del corpo e dell'anima. Sono entrata in questo gruppo tempo fa ma faccio molta fatica a parlare di quello che ho vissuto, ci riesco solo ora dopo 3 anni, durante i quali mi sono completamente annientata, mi sono arrabbiata, ho pianto tutte le mie lacrime e alla fine mi sono perdonata, sono tornata a sorridere e a Vivere. Mi è rimasta però tanta rabbia verso chi non capisce (o finge di non capire) che l'aborto non è mai una scelta facile e che abbiamo il diritto di essere trattate con dignità e seguite con scrupolo. Questa è la mia esperienza e leggendo le vostre mi vengono i brividi... sono vicina ad ognuna di voi e vi stringo fortissimo." Testimonianza pervenutami da facebook.

giovedì 11 luglio 2013

IMPORTANTI NOVITA' AL CENTRO IVG DEL II POLICLINICO DI NAPOLI

Le utenti del reparto di IVG del II Policlinico di Napoli denunciano sempre più numerose una pratica di prenotazione delle visite che le costringe a presentarsi all’ospedale in orari impossibili, le 5 del mattino o anche prima: sono, infatti, le prime quatto in ordine di arrivo a sottoporsi alla visita necessaria per l’intervento. In un incontro proficuo tra la direzione generale del Policlinico l’UDI e il Comitato 194, hanno concordato un correttivo che sarà attivato nei prossimi giorni: una linea dedicata alle prenotazioni telefoniche in orari d’ufficio. Nel corso dell’incontro si è affrontato anche l’annoso problema dell’aborto terapeutico. I tempi e le peculiarità di questo tipo d’interruzione di gravidanza attualmente costringono le pazienti a cambiamenti di reparto che le mettono a contatto con partorienti, ovvie le conseguenze traumatiche di questa evenienza, e con personale di turno eventualmente obiettore e, nel caso, non estraneo ad atteggiamenti vessatori. I drammi umani derivanti da questo tipo di evenienze possono essere ed evitati con buone pratiche. Si è concordato per questo che nelle ore notturne presso il reparto dovrà esserci un’ostetrica a vigilare sul travaglio delle utenti presso il reparto di IVG, evitando così lo spostamento traumatico nel reparto di maternità. Stefania Cantatore (UDI) e Simona Ricciardelli (comitato 194)