lunedì 29 ottobre 2012
DENUNCIATA L'ITALIA PER L'ARTICOLO 9 DELLA LEGGE 194
CRONACHE LAICHE martedì 23 ottobre 2012
La legge 194 sull'aborto non garantisce, come dovrebbe, il diritto
all'interruzione di gravidanza, e quindi viola il diritto delle donne alla
salute, e quello a non essere discriminate, sanciti dalla Carta sociale
europea. Per questo motivo la Ong International planned parenthood federation
european network (Ippf En) ha presentato una denuncia contro l'Italia al
Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d'Europa. L'Ippn En in
particolare sostiene che in Italia non ci sono sufficienti medici non obiettori
di coscienza per assicurare il diritto delle donne all'interruzione di
gravidanza. E che la violazione della Carta sociale è dovuta alla formulazione
dell'articolo 9 della legge 194. Nel regolare l'obiezione di coscienza degli
operatori sanitari, l'articolo "incriminato", secondo gli autori del ricorso,
non indica le misure concrete che gli ospedali e le regioni devono attuare per
garantire un'adeguata presenza di personale non obiettore in tutte le strutture
sanitarie pubbliche, in modo da assicurare l'accesso alla procedure per
l'interruzione di gravidanza. Il numero insufficiente di medici non obiettori,
soprattutto in alcune regioni, mina il diritto delle donne alla salute e
discrimina quelle che per motivi finanziari non possono recarsi in un'altra
regione o in strutture private. Entro questa settimana il Consiglio d'Europa
deve pronunciarsi sulla ammissibilità del ricorso.
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