martedì 5 maggio 2009

UN SERVIZIO DISCRETO PRESSO L'OSPEDALE SAN FILIPPO NERI DI ROMA

"Io lavoro all'ospedale San Filippo Neri di Roma, dove vengono effettuate IVG sia per quanto riguarda le gravidanze entro il 90° giorno sia per quelle oltre.("terapeutiche" n.d.r.)
Nella mia struttura le prime vengono programmate ed effettuate in sala operatoria, e si risolvono con un raschiamento della cavità uterina; le seconde ("terapeutiche" n.d.r.)coinvolgono anche il personale ostetrico in quanto prevedono l'induzione del travaglio e quindi del parto con possibilità di praticare una anestesia peridurale la quale è condizionata anche essa dalla presenza di un anestesista non obiettore (abbiamo solo 2 anestesisti non obiettori nella mia struttura.) Nel mio ospedale esiste un Day Hospital che è preposto alle IVG soprattutto per quanto riguarda i problemi di tipo burocratico.Il personale non obiettore è così suddiviso: 5 ginecologi su una ventina;
2 anestesisti su sei; 5 ostetriche su 10 turnanti, solo uno su 4 che fanno mattina fissa.
Una volta che la paziente viene ricoverata per sottoporsi ad una interuzione volontaria di gravidanza , viene gestita dal personale non obiettore di turno, sempre che sia presente, il quale mette una candeletta di cervidil, operazione che deve spesso essere ripetuta più volte a seconda della risposta della paziente.
Se di guardia c'è un medico non obiettore, la cosa va avanti, altrimenti il medico può lasciare il compito di mettere la candeletta ad un'ostetrica non obiettrice di turno. Se invece di guardia vi sono solo obiettori, la procedura si blocca e viene ripresa quando è presente il personae addetto.

Le pazienti sono sempre seguite dalle ostetriche, le quali si occupano anche dell'assistenza al parto, a meno che non siano obiettrici.
Un parente può essere presente durante il travaglio se questo avviene in Sala travaglio, compatibilmente alle esigenze di servizio, dal momento che la nostra struttura non prevede ambienti riservati ai travagli delle IVG oltre il 90° giorno, ma queste donne travagliano nella stessa stanza delle donne a termine, questo è un grosso disagio che spesso ci troviamo a dover affrontare e puoi capire da sola che siamo costrette ad invitare più volte i parenti ad uscire dalla stanza per poter visitare e seguire il travaglio anche delle altre.
Per questo, fino a che la donna non ha un travaglio ben avviato, la invitiamo a rimanere in camera, dove può ricevere tutte le visite che vuole e dove noi ci rechiamo più volte a controllare.
Quando il travaglio è ben avviato, si porta la paziente in sala travaglio dove possiamo controllarla più assiduamente. Questo ovviamente quando gli unici 3 letti che abbiamo non sono occupati da altre donne in travaglio a loro volta, di cui dobbiamo controllare il battito fetale su feti che non possiamo rischiare di perdere.
Questi sono i casi in cui la donna purtroppo, rischia di espellere il feto nel proprio letto.
Io personalmente preparo psicologicamente la donna a questa evenienza, che purtroppo non dipende da noi, ma dall'insufficienza della struttura, le dico di chiamare ogni qual volta senta aumentare il dolore o senta il desiderio di spinta, di mettersi a letto, suonare il campanello e di stare tranquilla perchè sarò da lei in un minuto. La invito inoltre a non farsi prendere dal panico se per caso dovesse succedere che sente qualcosa uscire dalla sua vagina, di stare calma e suonare il campanello.
Devo dire che in questo modo le donne si sentono assistite e rassicurate.
E quando capita l'espulsione in camera della paziente, siamo lì in un minuto.
Purtroppo, non tutti preparano psicologicamente le donne in questo modo, per cui la donna si sente abbandonata e ha paura.
Senza contare poi, che se in turno vi sono ostetriche obiettrici, la donna è lasciata a se stessa per tutto il periodo del travaglio e assistita dal medico o dall'ostetrica obiettrice solo durante il parto solo per lo stretto necessario.

Se il feto è vivo, si mette nella culletta termica e si aspetta che muoia, non capita quasi mai che il neonatologo decida di rianimare il feto, a meno che non è più grande del previsto e particolarmente reattivo, ma anche in questo caso, la scelta dipende dal libero agire del neonatologo in questione, le linee guida sono comunque quelle di accompagnare il feto ad una morte dignitosa, mettendolo semplicemente nella culla termica, coperto da un telino.

Per quanto riguarda il supporto psicologico, questo è possibile da parte di psichiatri che lavorano nella struttura.
Spero di essere stata esaustiva.
Ti saluto"
Testimonianza dell'ostetrica Alessandra Padiglione, ricavata con il suo consenso, da un messaggio privato nella mia posta su Facebook

10 commenti:

  1. Mi piacerebbe credere che gli obiettori siano effettivamente tali ma non è così. Ricordo benissimo quando la legge venne varata, molti di essi praticavano l'aborto clandestino e si arricchivano sulla pelle di molte donne.Forse la memoria è corta anzi cortissima e mi chiedo quanti di loro si vogliano liberare della "rogna" di operare isterosuzioni e mettere a rischio la propria carriera per un eventuale errore chirurgico. Allora dico agli addetti ai lavori:"volete che di nuovo esistano aborti clandestini eseguiti in maniera approssimativa per il lucro di medici o praticoni? domandatelo alla vostra coscienza! E poi: "andate a messa la domenica e siete davvero dei buoni cristiani oppure lo siete a modo vostro e magari siete divorziati?

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  2. NON GIUDICARE!!! L'aborto è la soppressione di una persona, la più indifesa, da parte di una madre lasciata purtroppo ...sola!!! Aiutiamole CONCRETAMENTE e la maggior parte di loro non elimineranno il loro figlio. Non giudico la vita privata e la presunta ipocrisia dei ginecologi, ognuno risponde personalmente di fronte a Dio, certo è, che sarebbe una grazia che tutti fossero obiettori...

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  3. Per l'anonima del 4 ottobre; in ospedale non saprei quanto viene a costare un aborto entro i primi tre mesi di gestazione. Dopo, fino alla 22 esima settimana ci vogliono più controlli ma è gratuito, perchè nel secondo trimestre l'aborto viene detto terapeutico. In pratica se con una perizia psichiatrica dimostri che se porti a termine la tua gravidanza "dai di matto", allora puoi abortire fino a 22 settimane e 5 giorni, gratuitamente, ma spesso alla "mercè" degli obiettori di coscienza che sono quasi tutti dei "caini"; ma comunque dipende dall'orientamento politico della regione o del Comune in cui scegli di abortire. Di solito "sottovento" al Vaticano si sta molto peggio.

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  4. Sono Alessandra, l'ostetrica che ha lasciato la testimonianza.
    L'atteggiamento deve essere di "rispetto" nei confronti di qualsiasi scelta del personale. Bisogna capire che ci sono tante situazioni come malformazioni fetali gravi, che renderebbero la vita del nascituro un inferno. Le donne che scelgono per l'interruzione in molti casi, lo fanno per un atto di amore nei confronti dei loro figli e sono cose che non vanno giudicate.
    L'importante è il libero arbitrio che deve essere lasciato sia alla donna che al personale sanitario. Ogni persona, nella sua unicità sia morale che spirituale, se la vedrà con la propria coscienza, non possiamo decidere per gli altri ma solo per noi stessi, senza giudicare.

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  5. Caro anonimo,io spero che il tuo Dio ti metta alla prOva molto presto così che tu possa essere un esempio per l'umanità.spero con tutto il cuore che il tuo sogno di salvare anime attraverso le tue sofferenze aumentate con uno stato che lascerà tuo figlio gravemente disabile un emarginato,e spero anche vivamente che quando tra 100 anni tu non ci sarai piu e tuo figlio resterà solo chiuso in un istituto con il pannolone e su una sedia a rotelle possa avere la consapevolezza di ringraziarti per il bellissimo Dono che gli hai fatto:una vita di inferno! Buona giornata

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  6. La L.194/78 prevede all'art.6 che l’interruzione volontaria di
    gravidanza è consentita solo nel caso in cui le malformazioni del nascituro determinino un grave pericolo per la salute psichica o
    fisica della donna. Ovvero non è consentito il c.d. aborto eugenetico che configura invece il reato di omicidio.
    Inoltre quanto ai bambini malati la soluzione deriva prima che dalla
    solidarietà prevista dalla nostra Costituzione all'art. 2 dalle cure,
    dai diritti dei malati e dalla qualità del sistema sanitario.
    L'articolo 4 della Dichiarazione del 1789 afferma: "La libertà è poter
    fare tutto ciò che non fa male agli altri " infatti in nessun caso si
    può disporre della vita degli altri.
    Avvocato Virginia Lalli

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  7. Se mia compagna e straniera e non ha documenti di residenza e possibile abortire nei ospedali statuali??? Grazie

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